CONVIVIALIS

       

Localizzazione_Termoli
Anno progetto_2021
Superficie_7 mq
Committente_Comune di Termoli
Prestazione_Progettazione preliminare

 

Ogni progetto di spazio pubblico non può prescindere da una riflessione sul tempo presente. Nel nostro caso un’epoca ormai segnata dalla pandemia.
Mentre il mondo dell’architettura si interroga ossessivamente sul tema dell’igiene e del distanziamento fisico, ci pare improcrastinabile riflettere sul senso di infelicità diffuso nelle persone, causato proprio dal distanziamento sociale e il conseguente isolamento affettivo.
Se spesso la felicità è semplicemente parlare con uno sconosciuto, bisogna riconoscere che la pandemia ha congelato brutalmente ogni relazione sociale di tipo casuale.
Tutt’altro che accessorie nella vita dell’uomo, queste relazioni ci fanno sentire parte di una comunità più larga rispetto al proprio ristretto contesto famigliare e lavorativo. Sono davvero il vettore più semplice e immediato di felicità. In un mondo sempre più avaro di luoghi pubblici, anche una fermata d’autobus può essere occasione di incontro tra le persone; ma in tutte le fermate dell’autobus, troviamo sedute lineari in cui le persone stanno sedute parallelamente, lo sguardo verso la strada, quando non immerso nel proprio smartphone.

 

 

 

Processo progettuale
La genesi del progetto è molto semplice: piegare la seduta d’attesa, fino a farla diventare una panca ad andamento concavo, in grado di riprodurre una relazione vis-a-vis tra le persone, premessa per uno spazio conviviale.
Incurvare lo spazio di seduta, equivale ad una virtuale sottrazione di gran parte della volumetria della fermata, che da ingombrante e spigoloso volume parallelepipedo, diviene oggetto sfilato, in grado di non bloccare i flussi pedonali che lo lambiscono.

 

 

 

Vengono poi operate tre ulteriori sottrazioni volumetriche.
1_Nella parte inferiore viene ridotta l’impronta a terra, rastremando le due ali della seduta.
Questa operazione oltre a sfilare visivamente il manufatto, permette di concentrare la base d’appoggio nella sola porzione baricentrica, rendendo flessibile e veloce l’installazione in ogni contesto peristradale.
2_Nella parte superiore, viene sfilato il volume con un taglio diagonale, in modo da creare una falda, ottimale per il convogliamento delle acque piovane.
3_Nella porzione di fondale, viene tagliata un’apertura rettangolare che permette di inquadrare il paesaggio come una cornice. La larghezza dell’apertura, 41 cm, è presa dal vicolo più stretto d’Italia, presente nel Borgo Antico di Termoli, il cosiddetto “A Rejecelle”.

 

 

 

Materialità
Per accentuare il carattere iconico della pensilina, smarcandosi dalle tipiche pensiline prefabbricate identiche ad ogni angolo del pianeta, si è optato per usare un solo materiale dorato.
Dorato per riverberare le tonalità delle spiagge termolesi e delle mura del Borgo Antico.
Dorato per alludere all’energia elettrica autoprodotta dalla copertura fotovoltaica.
Dorato, come cosa preziosa, nel tentativo di ribaltare lo scarso appeal che ancora sconta il trasporto pubblico locale.

 

 

 

 

Tecnicamente il materiale che caratterizza la pelle del manufatto è un pannello composito di produzione industriale, basato su lamiera metallica, spessore 0,3 mm, in lega di rame, zinco e alluminio, alla quale si applica sotto alta pressione un’anima di polietilene.
Le lamine vengono protette da vernice trasparente PVDF, capace di inibire la naturale ossidazione del metallo quando esposto agli agenti atmosferici e di rendere estremamente agevole la pulizia di eventuali graffiti o scritte a pennarello.
Il pannello composito viene quindi montato su un telaio di profili d’acciaio zincato e rifinito con opere di fabbro fino all’ottenimento di un manufatto dall’aspetto puramente monolitica.
La pensilina viene prefabbricata interamente in officina per poi essere trasportata e posata in opera con un comune autocarro a due assi dotato di gru.
Può essere considerata più un oggetto di design, che un’architettura.

 

 

 

 

Tecnologia
Dietro il carattere scultoreo della pensilina, si cela un’anima tecnologica.
Essa è infatti in grado di produrre autonomamente energia elettrica, tramite pannelli fotovoltaici policristallini posti in copertura. L’energia prodotta è sufficiente al funzionamento dell’illuminazione led, di una microstazione di ricarica usb, di una presa elettrica, di un router wi-fi e da ultimo del totem informativo dotato di schermo touch screen da installarsi a pochi passi dalla pensilina stessa.
Celata al di sotto della seduta vi è una batteria in grado di immagazzinare fino a 5 kWh di energia elettrica. La connessione alle rete elettrica viene attivata solo nel caso la batteria sia prossima al 10% della sua carica. In questo modo, l’illuminazione notturna e l’alimentazione dello schermo del totem informativo vengono sempre garantite.

 

 

 

 

 

 

 

Grazie al MACTE e al Premio Termoli per l’organizzazione del concorso e la successiva mostra.

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