PICCOLO INTERNO MILANESE

       

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POLAROID

 

 

 

 

 

PICCOLO INTERNO MILANESE

 

Localizzazione_Milano

Progetto_2011

Realizzazione_2011

Superficie_30 mq

Committente_privato

Prestazione_Progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, direzione lavori

 

 

Il progetto ha riguardato la trasformazione di un vecchio ufficio abbandonato risalente agli anni ’50 in un piccolo appartamento dedicato all’ospitalità temporanea.
Alcuni elementi architettonici preesistenti come il vecchio parquet a lisca di pesce in rovere chiodato, le grandi finestre in legno a tre luci e non da ultimo la notevole altezza interna donavano allo spazio una quieta bellezza borghese che reclamava d’essere conservata. Tuttavia la metratura delle due stanze era talmente risicata che la sproporzione spaziale risultava soffocante.
Il progetto consta nella decisione -drastica- di creare un unico generoso openspace di pianta rettangolare, demolendo la tramezza che divideva le due stanze.

 

 

 

PIANTA

 

 

 

Openspace
L’openspace è concepito per essere il più sgombro possibile da mobili.
Per questi lungo i cui lati corti sono state realizzate due pareti attrezzate in grado di risolvere tutte le necessità riguardanti lo stoccaggio, il lavaggio, il cucinare, etc.
Questi due vani contrapposti sono chiusi da pareti mobili in legno alte ben 3,5 metri. Il loro scorrimento è garantito da un sistema a sospensione composto da binari in acciaio zincato sovradimensionati nel quale scorrono carrelli con ruote dotate di cuscinetti.
Dietro queste grandi porte scorrevoli si sono organizzate le varie funzioni tramite mobilio fisso costituito da telai d’acciaio ancorati a sbalzo alla parete di fondo.
La cucina presenta una bancone in ardesia a spacco con piastra a induzione incassata.
La cappa aspirante è fatta su misura a partire da un tubo di acciaio inox che collega una mensola soprapiano al controsoffitto. Il motore della cappa è particolarmente potente ma installato in remoto, per rendere la cappa efficiente e sileziosa allo stesso tempo.

La parete che da verso l’esterno è invece dominata dalle due finestre preesistenti di dimensioni generose ma che necessitavano di un totale ripensamento sia dal punto di vista tecnologico che formale.
L’adeguamento tecnico è consistito nella sostituzione del vetro semplice con vetrocamera, mentre il ripensamento estetico è stato molto più radicale.
Le finestre si presentavano infatti sgraziatamente sormontate da un enorme cassonetto della tapparella avvolgibile.
Si è scelto di trasformarle in qualcosa di completamente diverso prendendo spunto dalle finestre dei palazzi storici milanesi, dove ogni varco è sempre incorniciato da portali ligneo.
In questo caso però invece degli scuri interni stuccati si sono installati dei caloriferi in nicchia costruiti su misura, mentre nel sottofinestra trovano posto due librerie ottenute con lastre d’acciaio naturale.
Le maniglie sono state sostituite con due prototipi oversize in acciaio fabbricati da Hypnos per l’occasione.

 

Bagno
La soluzione comunemente adottata nel progettare un bagno cieco è quella di rivestirlo con tonalità chiare.
Qui abbiamo fatto l’opposto. Enfatizzando il contrasto con il resto dell’appartamento, l’ambiente bagno diviene una sorta di installazione di luce e riflessi su fondo nero.
Tre pareti su quattro sono state rivestite di ceramiche monocottura 10x10cm nero opaco mentre la soprastante parte del muro così come il soffitto è stata dipinta dello stesso colore.
La quarta parete è stata interamente rivestita con uno specchio.
Solo un mobile lavabo sospeso in resina verde interrompe la superficie specchiante.
La luce “piove” dall’alto attraverso tubi d’acciaio (progettati e costruiti appositamente per questo progetto) attuando una forte smaterializzazione delle pareti perimetrali del vano.
La scatola muraria svanisce e lo spazio si percepisce per punti di luce e riflessi che rimbalzano sulle superfici specchianti e sulla rubinetteria d’acciaio inox.
La pedana della doccia si differenzia dal resto del bagno portando un po’ di matericità lignea dagli echi navali.

 

 

 

 

CANTIERE

 

 

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