design di interni acciaio • loft • milano • ufficio
Localizzazione_via Morgagni, Milano
Anno_2023
Superficie_90 mq
Committente_Privato
Prestazione_Progettazione preliminare ed esecutiva, direzione lavori
Milano, nel suo incessante cambiamento, ha aperto da qualche anno alla rigenerazione dei locali seminterrati sottoutilizzati. Al posto di vecchi scantinati nascono ambienti per uffici, showroom e laboratori, talvolta anche abitazioni. Questo progetto riguarda la trasformazione del magazzino di un negozio di zoccolini e battiscopa del circondario, in un ufficio per un professore universitario. Il contesto è piuttosto monumentale: un elegante palazzo in zona Porta Venezia, dove perfino un seminterrato si fa apprezzare per la sua ampia volta a botte in mattoni facciavista.
Prologo
La prima impressione, che riguardi persone oppure luoghi, è sempre indelebile. Non sono quindi ammissibili compromessi quando si parla di serramenti d’ingresso, altrimenti l’intero progetto parte con il piede sbagliato. Scesa l’antica rampa in sass de risada, una portafinestra ad unica anta vetrata si spalanca verso l’interno, abbatendo i confini tra il dentro e il fuori. Costruita con sottili profili d’acciaio, in omogeneità con gli altri ferrofinestra restaurati, presenta una scenografica apertura pivotante. Le porte a bilico sono un’ossessione feticistica degli architetti. Non hanno una particolare miglior funzionalità rispetto alle classiche porte incernierate, ma il loro aristocratico movimento rallentato è pura poesia. La maniglia è stata disegnata a misura e realizzata appositamente dal fabbro a partire da semplici tubolari d’acciaio 20 x 20 mm piegati a forza. Come un largo manubrio, permettere di muovere agevolmente il pesante infisso. Le maniglie, spesso le uniche cose che tocchiamo di un edificio, restituiscono un’esperienza tattile. Per questa ristrutturazione, abbiamo voluto che la sensazione d’impugnare il maniglione della porta d’ingresso fosse qualcosa di speciale. La sottile tensione che lo attraversa nel momento in cui si spinge, come una leva, il pesante serramento è destinata a rimanere impressa nella memoria muscolare di chi l’utilizza. Che ricordi le corna di un toro o il manubrio di una Harley Davidson, il maniglione è in ogni caso un oggetto singolare: la prima cosa in cui ci si imbatte e che batte il timbro di tutto il progetto.
Quattro innesti
La strategia di progetto scaturisce dal riconoscimento che la preesistenza ha una sua armonica spazialità e valenza storica da preservare. Così gli interventi architettonici si fanno puntuali: nessun nuovo muro o partizione, ma un coordinamento di oggetti innestati, nulla di più.
Ogni innesto nasce con la volontà di creare contrasto materico e formale tra vecchio e nuovo, in modo da poter leggere le stratificazioni che si sono succedute nel tempo.
Questo dovrebbe essere il fondamento di ogni intervento su un’ architettura esistente che attragga il nostro sguardo, indipendentemente dal fatto che abbia un alto valore storiografico tutelato dalla legge oppure no.
Innesto 1_Libreria
Caratteristica peculiare dell’ex-magazzino è quella d’essere disposto su due livelli divisi da una salto di circa 70 cm, tale da rendere necessaria una scala e una balaustra. Quest’ultima viene però idealmente estrusa sul piano orizzontale per mezzo metro e stante la sua funzione primaria, diviene anche uno scaffale libreria, a doppio affaccio. Realizzata in acciaio naturale cerato, la libreria si fa moltiplicatore di luminosità. Dettaglio particolarmente utile in locali seminterrati caratterizzati da basso afflusso di luce naturale.
Innesto 2_Scala
Per la scala ci si è affidati ad un “reperto autoptico” rinvenuto nei medesimi locali, sotto una coltre di polvere. Trattasi di tre enormi lastroni di pietra, sagomati per essere piani da balconi. Osservando i french balcony al primo piano della corte condominiale si intuisce che in corso d’opera si decise di costruire balconi solo dal secondo piano in su e dunque tali lastre vennero stoccate nel magazzino. Il riuso è sempre un’ottima pratica, anche se avviene dopo 120 anni, così tali lastre sono state tagliate per farne dei gradini, pressoché identici a quelli celebri della metropolitana rossa, la cui fermata non dista che pochi passi.
Innesto 3_Bagno
L’innesto di un piccolo locale di servizio viene risolto con la purezza di una forma primaria, un cilindro, libero su tutti i lati, la cui porta rimane defilata, creando virtualmente un antibagno. Grazie alla pelle calaminica del ferro, fissato con tecnica navale a rivetti zincati, non vi è alcuna confusione tra involucro storico d’inizio novecento e il nuovo elemento d’innesto. Dentro il cilindro, la circolarità centuplica in mille onde, grazie ad una particolare piastrella ceramica a rilievo (Quintessenza, linea Marea). Ipnotiche greche di luce richiamano la decorazione ceramica a fascia, così reinterpretando un classico dell’ambiente bagno, che si fa però qui una memoria impalpabile, essendo destinata a scomparire allo spegnersi dei faretti incassati a plafone. Nulla degli accessori si discosta dall’archetipo del tondo: il lavabo di ceramica è un cilindro a fissaggio nascosto e la bocca di erogazione, lungo cilindo inox, scende dal soffitto. Come la pioggia, l’acqua arriva dall’alto.
Innesto 4_Cucina
In fondo allo spazio vi è una cucina. Monolitica e laconica. Una cucina “di sfondo”, adatta ad un ufficio totalmente openspace. Si ritrova in una nicchia muraria creata a misura dopo che una teoria di cassonetti copritubo, ripostigli e cassette impianti, hanno ripulito il fondale dello spazio che, ante intervento, era congestionato da decine di tubi passanti e segni murari incoerenti.
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Nicola Brembilla Architetto, P.IVA 06092510962