Localizzazione_Piazza della Scala, Milano
Progetto_2015
Committente_Comune di Milano – Banca Intesa San Paolo
Prestazione_Concorso di idee in fase unica
Introduzione
Il progetto si concentra su due porzioni della piazza:
1. Il parterre del teatro, che viene allargato lievemente su via Manzoni per far “respirare” il portico del Piermarini.
2. La striscia d’asfalto prospiciente le Gallerie d’Italia, che viene pedonalizzata in un’ottica di forte continuità con la Rotonda Leonardesca.
Contesto urbanistico
Milano sta cambiando: gli indici di presenza turistica sono in poderoso rialzo. L’esplosione di visitatori andrà convogliata in nuovi percorsi pedonali, bisognerà riequilibrare i flussi di folla che oggi si addensano prevalentemente lungo l’asse San Babila/Castello.
Nuovi tracciati e luoghi di sosta dovranno affiancare quelli esistenti.
Il progetto fa sue le istanze politiche che muovono il governo del territorio milanese: la cura della mobilità pedonale e ciclabile e la progressiva chiusura al traffico veicolare privato del centro storico.
L’ipotesi generale di progetto verte sulla creazione di un grande asse inarcato che connette l’area di via Montenapoleone con la sua vocazione per la moda e lo shopping con quella di Brera, votata alla cultura e alle arti: due aree strategiche del centro di Milano oggi connesse molto male e che potrebbero tornare in relazione ponendo Piazza Scala come fulcro.
Il parterre delle Gallerie d’Italia
La lingua d’asfalto prospiciente le Gallerie d’Italia viene ricoperta con una nuova pavimentazione in continuità materica con la Rotonda Leonardesca.
La pavimentazione in sampietrini di porfido rosso viene reinterpretata attraverso l’uso di listelli dello stesso materiale, come se la piazza fosse stata stirata fino alle Gallerie d’Italia.
I marciapiedi in granito esistenti vengono conservati e fungono da modello per quelli nuovi che vanno a chiudere i due lati corti della nuova area pedonale.
In questo modo la funzionalità degli accessi alle Gallerie d’Italia non viene investita dalle cantierizzazioni.
All’interno di questo spazio prevalentemente vuoto, ma disponibile a farsi colonizzare, si è concentrato l’arredo urbano sulla figura di un podio che è insieme panchina e tavolo: The Platfrom.
The Platform – premesse teoriche
Milano sta cambiando, forse il cambiamento è la sua stessa identità.
La forza di Milano non è solo la bellezza dei monumenti e della storia, bensì l’incredibile human factor che la pervade!
Il fermento creativo dei suoi architetti, artisti, musicisti, stilisti, chef è la ricchezza di Milano.
Milano è stata la città del progetto, ma dopo aver guidato per un secolo il design cosiddetto industriale, può e deve tornare ad essere protagonista di una nuova rivoluzione, quella legata al mondo dei servizi e del digitale. Il design e in generale il mondo del progetto devono reinventare se stessi e fare di Milano l’avanguardia di quello che potremmo chiamare “design aperto” o “co-design”.
In Piazza Scala immaginiamo un oggetto che rappresenti tutto questo: The Platform.
The Platform – l’oggetto architettonico
Dall’ibridazione formale di una sedia e un tavolo, nasce The Platform.
Un elemento di arredo urbano pensato per la Milano che lavora e che improvvisa forme di coworking all’aria aperta anche in Piazza Scala.
Un grande tavolo di lavoro con prese di corrente per ricaricare smartphone e laptop.
L’hardware di questo elemento è semplicissimo: dei led wall vengono montati dietro a lastre di pietra microforata in corrispondenza di ciascun led.
In questo modo la superficie lapidea, composta da lastre dello stesso granito delle panchine esistenti, funge da schermo programmabile da chiunque tramite un app per smartphone o dal portale del wi-fi libero del Comune di Milano.
The Platform è un oggetto parlante, cangiante e co-progettato di continuo dalla collettività: un espressione del nostro tempo, che nelle arti potrebbe essere definito quale travalicamento dell’autorialità, verso una progettualità diffusa e spuria.