Localizzazione_Via Pescaria, Bergamo
Progetto_2011
Realizzazione_2012
Superficie_90 mq
Committente_privato
Prestazione_Progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, direzione lavori
Talvolta anche i singoli appartamenti di complessi residenziali appena realizzati possono necessitare di interventi radicali.
In questo progetto, focale è la trasformazione di un’angusta zona giorno, in un luminoso e vasto ambiente openspace, tramite l’abbattimento di una tramezza divisoria tra soggiorno e cucina.
Un pavimento in cemento-resina autolivellante unifica il grande ambiente dal doppio affaccio.
La cucina, costruita su misura, consta di due mobili contrapposti e incassati in nicchie murarie.
In quanto cucina a vista, il mimetismo all-white è portato agli estremi: la piastra a induzione è celata da un tappo con funzione di tagliere, il lavabo è in ceramica bianca, il miscelatore in acciaio verniciato di bianco. Il frigorifero è ad incasso sottobanco.
Di grande rarefazione formale è anche la parte superiore della cucina, dove un unico pannello con apertura a ribalta diviene rivisitazione di un’ampia cappa a tiraggio naturale.
Il lato opposto della cucina presenta contenitori bassi sui quali poggia un tavolo d’acciaio e vetro fumè che sbalza in maniera scenografica.
Il tavolo è stato costruito saldando dei piatti di ferro, le gambe di sostegno e ancoraggio al muro sono completamente nascoste alla vista.
Anche nel soggiorno si è provveduto ad abbattere una tramezza, che in questo caso chiudeva un vano scala di collegamento ad una taverna.
Le taverne sono, architettonicamente parlando, il male assoluto.
Ciò detto, come le innumerevoli manifestazioni del male, che lo si voglia o meno, esse esistono.
Provare a renderle atte alla vita umana è stato uno dei temi che abbiamo dovuto affrontare.
La discesa nel sottosuolo viene enfatizzata tramite il rivestimento della scala in cemento armato con legno multistrato pellicolato antiscivolo, normalmente utilizzato per i palcoscenici o i cassoni dei camion (carply).
I pannelli sono composti in forma di origami, galleggiante sul mare di cemento.
Una porta chiude la la base della scala per ragioni di contingentamento termico.
Contrasta con lo spazio scuro della scala l’abbagliante sovrailluminazione della taverna, i cui muri sono stati verniciati con un particolare smalto che moltiplica la luce artificiale e quella -poca- naturale presente.