JOMO, acronimo di Joy of missing out, associa al tema della lotta all’inquinamento da materie plastiche, un’altra forma di inquinamento meno percepita: l’iperconnessione a dispositivi digitali portatili. L’ossessivo utilizzo dello smartphone genera stress e abbruttisce le relazioni tra persone nella vita reale. Il progetto propone un oggetto rituale che “mangia” temporaneamente lo smartphone, per farci godere appieno la realtà che ci circonda, almeno in momenti in cui la relazione non vorrebbe essere continuamente interrotta, come per esempio a tavola o mentre incontriamo altre persone.
JOMO è un oggetto interamente in polietilene, ottenuto dal riciclo dei teloni impiegati nelle serre del più grande distretto agricolo italiano. Parliamo delle aree siciliane del celebre pomodoro Pachino, che prospera nel punto geografico più a sud d’Italia. I teloni delle serre devono essere sostituiti ogni anno e non sempre vengono correttamente riciclati. Alcune volte vengono bruciati o dispersi nell’ambiente, finendo poi in mare. Per questo motivo l’oggetto prende la forma di una medusa. Una medusa di plastica.
Scopo di JOMO è ristabilire un rapporto conviviale e diretto tra le persone, evitando il continuo accedere allo smartphone. Il riutilizzo della plastica delle serre è mirato all’instaurazione di una produzione localizzata proprio nella Sicilia sud-orientale. Una sorta di processo di riciclo a chilometro zero che già può contare su una prima azienda disposta a fornire la “materia prima”.
Un mangia-smartphone per godere la realtà e le persone intorno a noi